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Apertura dell’Italian Film Festival 2025 a Ho Chi Minh City

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L’Italian Film Festival 2025 si è ufficialmente inaugurato ieri presso il Galaxy Nguyen Du Cinema, dando inizio a una settimana dedicata al cinema italiano contemporaneo e allo scambio culturale tra Italia e Vietnam. In questa occasione, la Console Generale Alessandra Tognonato ha pronunciato il seguente discorso, sottolineando il ruolo del cinema come ponte tra le culture e come celebrazione della creatività, dell’emozione e del dialogo:

Buonasera,
Egregi ospiti, cari amici dell’Italia, cari Colleghi,

È un grande piacere accogliervi questa sera all’apertura dell’edizione 2025 dell’Italian Film Festival qui a Ho Chi Minh City.

Dopo il notevole successo della scorsa edizione, siamo orgogliosi di proporre nuovamente questa celebrazione del cinema italiano — un viaggio tra emozioni, creatività e immaginazione.

Per l’Italia, il cinema non è solo una forma d’arte. È lo specchio della nostra cultura, della nostra società, della nostra identità. Riflette ciò che siamo — le nostre passioni, le nostre contraddizioni, la nostra umanità. E continua a evolversi, unendo passato e presente, tradizione e innovazione.

La selezione di sei film di quest’anno incarna perfettamente questo spirito.
Rappresentano una nuova stagione del cinema italiano — diversi nei toni, potenti nella narrazione, profondamente umani nel messaggio.

Questa sera apriamo con “Vermiglio”, diretto da Maura Delpero.
Un film d’amore e di memoria ambientato tra le Alpi italiane, dove il silenzio custodisce ferite e speranze.
Vermiglio ha commosso il pubblico di tutto il mondo — vincitore del Leone d’Argento a Venezia 2024, di sette David di Donatello e scelto dall’Italia per gli Academy Awards 2025.

Ma il viaggio continua:
“Gloria!” di Margherita Vicario trasforma un convento in un palcoscenico di musica, ribellione e creatività femminile.
“Hey Joe” di Claudio Giovannesi esplora il legame fragile tra un padre e un figlio divisi dalla vita e dal destino.
“La Vita Accanto” di Marco Tullio Giordana celebra la musica come riscatto e resilienza.
“Diciannove” di Giovanni Tortorici offre uno sguardo autentico su una giovane generazione inquieta alla ricerca della propria voce.
E “Nonostante” di Valerio Mastandrea ci ricorda che anche nel dolore esistono la bellezza, la tenerezza e la rinascita.

Ognuno di questi film è un frammento d’Italia — dei suoi paesaggi, dei suoi suoni, delle sue emozioni — condiviso con il mondo.
Insieme, mostrano come il cinema italiano resti fedele alle proprie radici pur rinnovandosi costantemente.

Come ha ricordato l’Ambasciatore Marco Della Seta all’apertura del Festival ad Hanoi, il cinema è anche diplomazia.
Costruisce ponti, stimola il dialogo e permette alle culture di incontrarsi oltre le parole.
Attraverso i film, scopriamo non solo le storie degli altri, ma spesso qualcosa di più profondo su noi stessi.

E qui, a Ho Chi Minh City, una delle città più dinamiche e creative dell’Asia, questo dialogo è particolarmente vivo.
Vietnam e Italia condividono una profonda passione per l’arte, la musica, il design e la narrazione — tutte espressioni di bellezza e umanità.

Ecco perché questo Festival è più di un evento culturale. È una celebrazione dell’amicizia — tra Italia e Vietnam, tra i nostri popoli e le nostre immaginazioni.

Desidero esprimere un sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questo evento:
l’Ambasciata d’Italia ad Hanoi, la Professoressa Cinzia Grieco, il Signor Simon Dona’, il Signor Antonio Bonomo, la Signora Thuy Dao, i nostri partner e sponsor vietnamiti, e naturalmente il pubblico vietnamita, il cui entusiasmo dà significato al nostro lavoro.
Grazie ai registi che continuano a raccontare l’Italia con coraggio e originalità.

Che questi sei film possano ispirarci, emozionarci e ricordarci che il cinema, come l’amicizia, non conosce confini.

Buona visione!