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Fare affari in Vietnam

Italia-Vietnam: i rapporti e le prospettive

Le opportunità

Il Vietnam offre interessanti opportunità, grazie al profilo industriale fondato sulle PMI, alla sua attrattiva in tema d’investimenti esteri, alla disponibilità di una manodopera giovane a basso costo e qualificata, così come alla partecipazione alla rete di accordi di libero scambio.
La struttura industriale vietnamita é costituita al 96% da PMI determinate ad acquisire prodotti, macchinari, tecnologia e modelli di sviluppo qualificati, al fine di poter inserirsi con successo nella supply chain dei grandi investimenti internazionali e poter concretamente beneficiare dei vantaggi offerti dalla fitta rete di FTAs. Significative prospettive sono inoltre assicurate dal sostenuto impulso dei processi di liberalizzazione e incentivazione degli investimenti, dagli ambiziosi obiettivi in più settori (infrastrutture, energia, meccanizzazione agricola, biomedicale, turismo) e dall’espansione di una classe media più facoltosa e particolarmente sensibile al richiamo esercitato dai prodotti del Made in Italy (gastronomia, arredamento, design e moda).
Infine, le previste liberalizzazione tariffarie offerte dalla conclusione degli Accordi di Libero Scambio si riflettono non solo nelle potenzialità delle esportazioni verso il Vietnam (Accordo EU-Vietnam FTA), ma anche in quelle di produzione ed esportazione sui mercati del sud-est asiatico in particolare e su quello mondiale, grazie al profilo di hub del Vietnam e agli Accordi TPP, ASEAN, Corea e e Unione Euroasiatica.
In particolare, gli elementi più qualificanti dell’EU-Vietnam FTA sono: liberalizzazione tariffaria al 99% (con condizioni particolarmente interessanti per le aziende europee nei settori degli alcolici, automotive, macchinari, pellame e arredamento); tutela della proprietà intellettuale e delle indicazioni geografiche; predisposizione di un set di misure tese a offrire alle aziende europee un level playing field per le esportazioni e gli investimenti (previsioni NTB, consistente ventaglio di settori aperto alle imprese UE nel campo dei servizi, investimenti, appalti, disciplina dei sussidi delle Imprese di Stato).

L’interscambio e gli investimenti

L’interscambio totale italo-vietnamita, raddoppiato tra il 2010 ed il 2014, è in continua crescita. Nel 2015 ha raggiunto le cifre di 4,304 milioni di dollari, con una quota sul totale dell’interscambio EU-Vietnam del 10,40%. Il valore delle importazioni vietnamite dall’Italia é pari a 1,453, milioni di dollari (1.338 nel 2014, 1.173 del 2013), mentre le esportazioni vietnamite dall’Italia si attestano su 2,851 milioni di dollari. Tali dati fanno dell’Italia il quarto partner commerciale UE per interscambio complessivo, il quinto (dietro Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Francia) mercato di destinazione dei prodotti vietnamiti ed il secondo (dietro la Germania) mercato di provenienza dei prodotti importati dall’area UE in Vietnam.
Le principali voci dell’export vietnamita sono rappresentate da apparecchiature telefoniche ed elettroniche con relativi componenti, prodotti tessili e dell’abbigliamento, calzature, prodotti in legno, agricoltura, ittico, petrolio grezzo. Le importazioni sono costituite principalmente da macchinari, materie plastiche e petrolio raffinato.
Per quanto concerne i nostri investimenti in Vietnam, in base ai dati locali finali del 2015, l’Italia si colloca al 31mo posto su scala mondiale e all’8 su scala UE, con un totale di 340 milioni di US$ e con n. 67 progetti.
Sono circa cinquanta le aziende italiane presenti nel Paese, di cui 33 sotto forma di IDE/joint ventures e 18 quali uffici di rappresentanza (dati ICE). Le nostre imprese descrivono in termini positivi la propria esperienza e molte sono impegnate in progetti di ulteriore espansione dei propri investimenti, una prova del successo della propria scommessa imprenditoriale.

Gli ultimi sviluppi istituzionali

Nel novembre 2014, la visita del Sottosegretario agli Affari Esteri Benedetto Della Vedova ha coinciso con la tenuta della prima riunione della Commissione Economica mista Italia-Vietnam, che ha contribuito a rilanciare i rapporti economici bilaterali in tutti i settori. La seconda edizione della Commissione, tenutasi a Roma il 16 ottobre 2015, si é focalizzata in particolare sulle potenzialità nei settori di meccanica/meccanica strumentale, energie/energie rinnovabili, medicale e biomedicale e infrastrutture/connettività. Tali comparti si aggiungono a quelli tradizionali, quali tessile e abbigliamento, calzaturiero, agroindustria ed automotive.
Un forte impulso all’intensificazione dei rapporti economico-commerciali é stato conferito dalle Visite del Presidente del Consiglio Matteo Renzi (giugno 2014) e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dalla Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi (5-8 novembre 2015).
In tale occasione, é stato ribadito il carattere strategico che il Vietnam riveste per l’Italia anche sul piano economico, formalizzato nel Piano straordinario per il Made in Italy del MISE, e confermato l’obiettivo di avviare proficue e strutturate relazioni tra le PMI dei due Paesi, nel quadro di una precisa selezione di filiere di comune interesse e di aziende italiane tecnologicamente più avanzate.

Cooperazione economica

Il quadro macroeconomico

Il Vietnam, con una popolazione di oltre 94 milioni di abitanti ed un’economia che ha registrato negli ultimi decenni una sostenuta crescita, rappresenta ormai uno dei Paesi emergenti del Sud Est asiatico tra i più dinamici e promettenti sullo scenario regionale e globale.
Il processo di riforme economiche lanciato nel 1986 (“doi moi” o “rinnovamento”) e l’adesione all’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2007 hanno avviato una progressiva liberalizzazione e apertura dell’economia al commercio internazionale, stimolando una crescita sostenuta e costante, che ha raggiunto, nel primo decennio degli anni 2000, una media del 7%. Il Vietnam è così entrato nel 2010 nella categoria dei paesi a medio reddito, ponendosi l’obiettivo di diventare un paese industrializzato entro il 2020.
Nel 2013, all’indomani di una fase delicata di surriscaldamento dell’economia (con tassi d’inflazione al 18% nel 2011) contenuta grazie all’adozione di specifici provvedimenti restrittivi, il tasso di crescita ha ripreso slancio velocemente: nel 2013 è salito al 5,4%, nel 2014 al 5,9% e nel 2015 del 6,68% mentre l’inflazione si mantiene al di sotto del 3%.
Il quadro macroeconomico risente tuttavia delle criticità del sistema bancario (la quota ufficiale di non performing loans si attesta tra il 3 e il 4%) e dell’ingombrante presenza delle imprese di Stato, che incide fortemente sulla modesta espansione del credito per le imprese.
Le stime del tasso di crescita del PIL per il 2016 si attestano attorno al 6.7 %. Il trend di sviluppo é trainato dalla produzione industriale destinata alle esportazioni (la quota di export proveniente dagli stabilimenti degli investitori esteri è stata nel 2015 del 70-80%) e dal settore delle costruzioni. Nel 2015 il tasso di crescita dell’indice della produzione industriale é stato del 9.8%.

Il business environment

Nel 2015 sono intervenuti importanti sviluppi sia sul piano della liberalizzazione interna che su quello della integrazione commerciale regionale.
Le misure in materia di semplificazione amministrativa (2014), la riforma del diritto d’impresa, della Legge sugli investimenti e del mercato immobiliare entrate in vigore il 1° luglio 2015 nonché la nuova disciplina delle forme di cooperazione fra settore pubblico e settore privato (PPP – Private-Public Partnership) hanno offerto alle imprese straniere importanti chiarimenti sia sulla cornice di riferimento della propria azione sia sugli incentivi e sulle procedure necessarie all’insediamento nel Paese di nuove imprese e alla successiva realizzazione dell’investimento. La recente eliminazione della soglia massima del 49% di capitale straniero per le aziende quotate in borsa (Decreto 60/2015/ND-CP entrato in vigore il 1° settembre) ha rappresentato infine un segnale incoraggiante circa l’impegno di queste autorità ad assicurare un effettivo level playing field agli operatori che competono con le SOEs ed una maggiore capitalizzazione finanziaria del sistema.

Gli accordi commerciali

La partecipazione del Vietnam ad una fitta rete di accordi di libero scambio offre poi alle aziende operanti nel Paese vantaggi comparati in termini di riduzioni tariffarie nell’esportazione dei propri prodotti, in particolare nei mercati regionali.
Nel 2015, il Vietnam ha concluso Accordi di Libero scambio con l’Unione di Russia, Bielorussia e Kazakhstan (marzo 2015) e con la Repubblica di Corea (maggio 2015).
Il 6 ottobre 2015 é stato firmato l’Accordo con i Paesi della Trans-Pacific Partnership (TPP: Stati Uniti, Canada, Messico, Cile, Perù, Australia, Nuova Zelanda Giappone, Singapore Malesia e Brunei). L’Accordo offre al Vietnam la possibilità di espandere il proprio PIL di una quota di circa il 30%, grazie alle significative prospettive offerte ai prodotti “core” delle esportazioni nazionali, tessili e calzature, in termini di accesso negli Stati Uniti, di cui il Paese é il secondo fornitore per gli articoli in questione (dopo la Cina).
Nel quadro dell’integrazione economica internazionale del Paese assume rilievo particolare l’FTA con l’Unione Europea, i cui negoziati si sono conclusi il 2 dicembre 2015 a Bruxelles. Il testo é ora in fase di revisione prima che si possa procedere alla sua traduzione nelle varie lingue, firma e successiva ratifica.
Il 1° gennaio 2016 é entrata in vigore l’ASEAN Economic Community – con potenziali sviluppi nell’armonizzazione delle regolamentazioni commerciali mentre é in corso di il completamento la Regional Comprehensive Economic Partnership – RCEP, che integrerà in una cornice unica gli accordi ASEAN con Cina, Corea, Giappone, India, Australia e Nuova Zelanda, costituendo un network pari alla metà della popolazione globale e a 1/3 del PIL mondiale.

La bilancia commerciale

Nel 2015 la bilancia commerciale ha registrato un saldo negativo di 3.170 milioni di dollari, dopo tre anni consecutivi di saldo positivi (con importazioni pari a165.609 milioni USD ed esportazioni 162.439 milioni USD). Il principale partner commerciale del Paese risulta essere la Cina con una quota di quasi il 30% dell’interscambio totale.
L’Unione Europea rappresenta oggi per il Vietnam il secondo partner commerciale e il secondo mercato di sbocco (con un interscambio commerciale che attestatosi su ritmi di crescita annui del 15-20% passando da circa 300 milioni di dollari nel 1990 a 36,8 miliardi di dollari nel 2014) nonché il terzo investitore internazionale.
Nel 2015, secondo dati di fonte vietnamita, l’interscambio con i Paesi dell’UE avrebbe superato i 40 miliardi di dollari.

Approfondimenti
  • Desk Anticontraffazione e Assistenza per gli Ostacoli al Commercio

    Desk Assistenza e Tutela della Proprietà  Intellettuale e Ostacoli al Commercio -  Ufficio ICE di Ho Chi Minh City

    L’obiettivo del Desk Assistenza e Tutela della Proprietà Intellettuale e Ostacoli al Commercio di Ho Chi Minh City è supportare gli imprenditori italiani che vogliano approcciare il mercato vietnamita promuovendo la diffusione di conoscenza specialistica e assistendo le aziende italiane in casi specifici nell’ambito della tutela della proprieta’ intellettuale e delle barriere al commercio.
    In particolare, il Desk fornisce attività di prima assistenza, informazione, formazione e monitoraggio delle normative in materia di Proprietà Intellettuale e di Accesso al Mercato in Vietnam.

    Per richiedere informazioni scrivere a: ipr.hochiminh@ice.it

    Di seguito, vengono elencate a titolo esemplificativo le principali attività svolte dal Desk.

     

    Tutela della proprietà intellettuale

    • procedure per la registrazione di proprietà intellettuale (brevetti, design industriale, marchi, indicazioni geografiche, software, diritti d’autore)
    • monitoraggio dell’evoluzione della normativa e delle procedure per la tutela dei diritti di proprietà intellettuale;
    • informazioni sul trasferimento tecnologico della titolarità della proprietà intellettuale (licensing ed assignment);
    • indicazione dei termini per avviare la richiesta di cancellazione della proprietà intellettuale per mancato uso;
    • iniziative specifiche in merito all’italian sounding;
    • redazione di guide annualmente aggiornate;
    • promozione di eventi di formazione ed informazione attraverso la realizzazione di workshop, seminari ed altre attività in Italia ed in Vietnam.

    Le imprese italiane che vogliano approcciare il mercato Vietnamita con i propri prodotti e/o servizi dovrebbero prendere in seria considerazione tematiche relative la tutela della propria proprietà intellettuale (brevetti, marchi, diritti d’autore, indicazioni geografiche), e consultare professionisti qualificati nel territorio per avere una completa panoramica del quadro normativo locale, identificare i requisiti e le tempistiche per la registrazione della proprietà intellettuale in Vietnam, ricercare assistenza specialistica nell’espletamento delle domande di registrazione, nonché conoscere le tipologie di violazioni ed i meccanismi a disposizione per la tutela dei propri diritti in Vietnam.
    I vantaggi di registrare la proprietà intellettuale sono molteplici, ma spesso non presi seriamente in considerazione dagli imprenditori che vogliano internazionalizzarsi in virtù di una scarsa conoscenza delle leggi e dei regolamenti vigenti nei mercati esteri, e una sommaria conoscenza della portata dei meccanismi di tutela della proprietà intellettuale.
    La registrazione della proprietà intellettuale in Vietnam opera non solo come meccanismo anticontraffazione, ma previene anche eventuali pratiche fraudolente da parte degli importatori e distributori locali, che nell’inerzia dell’impresa italiana potrebbero registrare la proprietà intellettuale a loro nome in Vietnam, di fatto precludendo il futuro accesso diretto al mercato o la diversificazione nei canali di vendita locali. Pertanto, registrare la propria proprietà intellettuale costituisce il primo passo verso la vendita (diretta o indiretta) in Vietnam.
    Altresì, registrare la proprietà intellettuale comporta molteplici vantaggi, come ad esempio:
    • incrementare il valore aziendale attraverso l’incremento dell’attivo nello stato patrimoniale, aumentando significativamente il valore dell’azienda – specialmente in caso di fusioni o acquisizioni – e favorendo l’accesso al credito ed a specifiche agevolazioni fiscali;
    • differenziare prodotti e servizi nell’ottica di un approccio cosiddetto glocal al mercato, dove marchi, design e loghi sono utilizzati per allinearsi alle preferenze dei consumatori locali;
    • adottare modelli di franchising;
    • generare reddito attraverso la licenza di tali diritti in cambio di royalties.

     

    Accesso al mercato

    • monitoraggio dei nuovi regolamenti e degli avvisi su tematiche doganali;
    • assistenza per la soluzione di problematiche connesse all’espletamento delle procedure doganali;
    • ricerca ed analisi normativa tecnica per obblighi di conformità e di certificazione;
    • informazioni su normative e procedure per la registrazione di farmaci e dispositivi sanitari;
    • analisi normativa per problematiche derivanti dalle importazioni parallele;
    • informazioni sulla concorrenza sleale;
    • assistenza sulle procedure per la partecipazione a gare d’appalto;
    • orientamento sulla contrattualistica;
    • monitoraggio della normativa fiscale, doganale e societaria;
    • informazioni sugli standard qualitativi richiesti per prodotti specifici (alimentari, farmaceutici, cosmetici, attrezzature elettroniche, ecc.);
    • redazione di guide;
    • promozione di eventi di formazione ed informazione attraverso la realizzazione di workshop, seminari ed altre attività in Italia ed in Vietnam.